La Gaceta De Mexico - Von Trotta, 'speravo che l'umanità non ripetesse certi orrori'

Von Trotta, 'speravo che l'umanità non ripetesse certi orrori'
Von Trotta, 'speravo che l'umanità non ripetesse certi orrori'

Von Trotta, 'speravo che l'umanità non ripetesse certi orrori'

Retrospettiva dedicata al Festival del Cinema di Porretta Terme

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Conflitti, scontri sociali, sguardi a periodi bui di oggi e di ieri, una galleria di figure femminili forti, da Rosa Luxembourg a Hannah Arendt, viaggi nelle battaglie giuste e sbagliate combattute dalle generazioni più giovani. Sono fra le linee narrative, tutte percorse da un profondo umanesimo, nel cinema della regista tedesca Margarethe von Trotta, vincitrice in carriera di decine di riconoscimenti, compreso il Leone d'oro nel 1981 per Anni di piombo, che sarà protagonista di una retrospettiva alla 24/a edizione del Festival del Cinema di Porretta Terme, in programma dal 6 al 13 dicembre. "Ho un'età che mi permette di aver già vissuto qualche retrospettiva della mia vita - dice all'ANSA la cineasta che al festival sarà anche al centro di un incontro col pubblico il 7 dicembre - ma è la prima volta che vado a Porretta Terme. Ero stata anni fa a Bologna per il cinema ritrovato, dove ho mostrato il mio documentario su Ingmar Bergman. Sono molto curiosa e felice di venire e di far vedere i miei film". In programma alcuni dei suoi titoli più amati, fra i quali, oltre ad Anni di piombo, Rosa L. (1986), Il lungo silenzio (1993), Hannah Arendt (2012), La promessa (1995), fino al suo ultimo film, Ingeborg Bachmann (2023). Dopo averne raccontati tanti, la stupisce il fatto di ritrovarci in un presente ancora soffocato dai conflitti? "Per alcuni aspetti sì. Ad esempio in Germania credevo che, dopo tutto l'orrore che abbiamo vissuto nel passato, si potesse arrivare a una diversa consapevolezza personale e anche storica, e questo non lo vedo. Poi c'è il presidente Trump in America e tanti altri Paesi che si avvicinano sempre di più dalla destra, un pericolo presente anche in Germania". Questo "mi rende molto triste, ma d'altra parte forse è qualcosa che fa parte dell'umanità. Più divento anziana, più penso che i movimenti della storia si ripetano. Dopo un certo tempo di democrazia, di progresso, di speranza per l'umanità, ritorniamo nell'angoscia nella violenza. Forse è un ciclo da cui non possiamo fuggire". Anche per quanto riguarda i diritti delle donne "vediamo ancora Paesi come l'Iran - osserva la regista, parlando in italiano - dove continuano a non esistere proprio. Noi abbiamo combattuto nell'occidente per ottenerli ma non si finisce mai . Lo dimostrano tutti questi femminicidi che continuano ad avvenire. È una catastrofe, com'è possibile che si ammazzino ancora tante donne? Siamo riusciti a dare valore al nostro desiderio di realizzarci ma questo porta ancora troppi uomini ad opporsi fino a ricorrere alla violenza".

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S.Lopez--LGdM