

L'uomo di argilla, il Golem in favola alchemica di rinascita
Al Lido e ora in sala il piccolo gioiello con Thiéry e Devos
'L'uomo di argilla', opera prima della regista francese Anaïs Tellenne, con Raphaël Thiéry ed Emmanuelle Devos, è una piccola favola alchemica in cui si parla di rinascita attraverso la figura del Golem, "essere informe" della tradizione ebraica a cui viene data vita attraverso la cabala. In questo caso il protagonista del film, Raphael (Thiéry) , è un gigante buono, una specie di orco privo di un occhio che vive con la mamma e suona con poesia e talento la fisarmonica nel gruppo di musica etnica 'Terra gallica'. Siamo in Borgogna. Insomma Thiéry è poco più di un bambino che fa il guardiano di un castello svolgendo lavori umili come la caccia alle talpe che infestano il giardino e la cura del prato e delle piante. Raphael certo ha la sua sessualità, quella che vive in maniera spiccia con la postina del paese, sesso consumato nei boschi come un bisogno fisico a cui assolvere. Tutto cambia nel film - già presentato alla 80° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti Extra e ora in sala dal 13 febbraio con Satine Film - quando arriva nel maniero l'erede, Garance Chaptel (Devos), affascinante artista concettuale di cui subito Raphaël si invaghisce, un sentimento mai provato prima. Con l'ingresso di questa donna nella vita semplice di questo gigante con benda all'occhio, Raphael scopre la bellezza e, insieme a questa, la possibilità di una sua redenzione, di essere rimpastato con la stessa argilla di cui è composto. L'affascinante artista, mille miglia lontana dal suo mondo, gli propone poi di fare da modello per una statua d'argilla a grandezza naturale, una sorta di 'pensatore di Garance'. Raphaël passerà così molte ore a veder generata dalla donna ogni parte del suo corpo fino al compimento del suo doppio in argilla con cui si confonderà totalmente.
V.Vega--LGdM