La Gaceta De Mexico - Tumori seno e ovaio, 1 su 10 è ereditario ma i test genetici sono spesso inaccessibili

Tumori seno e ovaio, 1 su 10 è ereditario ma i test genetici sono spesso inaccessibili
Tumori seno e ovaio, 1 su 10 è ereditario ma i test genetici sono spesso inaccessibili

Tumori seno e ovaio, 1 su 10 è ereditario ma i test genetici sono spesso inaccessibili

Fondazione Aiom, 'Sono indagini salvavita, inserirle nei Lea e rendere veloce l'accesso'

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Circa il 10% dei tumori della mammella e dell'ovaio in Italia è ereditario. Per esempio, circa 4.700 casi ogni anno sono legati a mutazioni dei geni Brca1 (che aumenta il rischio di tumore all'ovaio di 37 volte) e Brca2. L'esecuzione tempestiva di test genetici per individuare la presenza di queste alterazioni può essere salvavita, sia per le pazienti sia per i familiari, tuttavia, più della metà di loro lamenta liste d'attesa troppo lunghe per accedervi. Mentre per altri test, come quello Hrd, per accertare il deficit di riparazione dei danni del Dna, l'accesso e la rimborsabilità non sono uniformi su tutto il territorio nazionale. È quanto denuncia la Fondazione Aiom. "I test genetici rientrano nella medicina di precisione e permettono di favorire la prevenzione oncologica", sottolinea Saverio Cinieri, past president di Fondazione Aiom. Questi test, inoltre, "offrono informazioni predittive circa la possibilità di risposta a specifiche terapie anti-tumorali. Le varianti genetiche Brca indicano una maggiore sensibilità al trattamento con inibitori Parp, che sono una classe di farmaci che intervengono nella riparazione del DNA nei casi di carcinoma dell'ovaio in fase avanzata", aggiunge Cinieri secondo cui "i test genetici Brca dovrebbero essere introdotti nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza il cui aggiornamento è in fase di discussione e approvazione". Nei mesi scorsi la Fondazione Aiom ha lanciato la campagna "I Tumori Eredo-Familiari" per sensibilizzare su queste neoplasie. La campagna, realizzata con il contributo non condizionante di AstraZeneca, "ha voluto incentivare una nuova cultura della prevenzione del cancro. Questa non può più solo passare da stili di vita sani e dall'adesione ai programmi di screening. Servono anche dei controlli medici qualificati che devono essere ampliati anche per ridurre l'impatto di alcune neoplasie sul servizio sanitario nazionale", conclude Cinieri.

F.Deloera--LGdM